sabato 19 aprile 2014

Il Chinino Agri-Cult: Non avrete i nostri Semi

Il 2014 è l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare (Aiaf), stabilito dalle Nazioni Unite con lo scopo di difendere un modello produttivo di piccola scala, rurale, genuino e sostenibile.
L’agricoltura familiare è un antidoto contro l’insicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e aiuta la protezione delle risorse naturali. Nel sesto censimento generale dell’agricoltura del 2012 prevale la conduzione familiare, anche se l’aumento della gestione del fondo da società di capitali o cooperative, evidenzia una necessità legata al periodo di crisi economico e alle nuove tecnologie usate in agricoltura. 

Sono mille e 382 le aziende coinvolte nella produzione di colture per l’alimentazione d’impianti biogas. Con meno del 32,4 per cento delle aziende rispetto al 2000, cala anche la conduzione familiare (95,4 per cento), alimentata da ruralità, cultura contadina e disponibilità di superficie coltivabile media per azienda (circa 8 ha). Per conservare la biodiversità agricola e alimentare, e arginare le problematiche globali, si adoperano molte associazioni e movimenti: i Seed Savers (in Italia, Civiltà Contadina e Rete dei Semi Rurali). La loro azione cerca di conservare semi antichi, riprodurre le varietà e scambiarli all’interno della rete solidale per contrastare le nuove politiche industriali sulle sementi e il loro brevetto: da anni l’agro industria ha messo in atto una politica di ibridazione e di brevetti sui semi, inducendo i contadini a non riprodurre le varietà antiche, con il controllo sulle produzioni agricole e la qualità della biodiversità alimentare. Inoltre le multinazionali (Monsanto, Basf, Sygenta), hanno acquistato ditte sementiere trasformandole in filiali speciali che eliminano le varietà antiche, sostituite da ibridi F1 e semi transgenici (Ogm).

La pianura pontina, nonostante la biodisponibilità agricola, ha assunto fin dalla sua nascita un modello agricolo moderno, le colture specializzate nell’alimentazione animale prodotte hanno avuto un ruolo prevalente, la diffusione delle cooperative ha favorito l’uso di semi ibridi F1. Così le varietà antiche sono quasi scomparse: ne rimangono poche nelle realtà agricole di collina e nelle aziende biologiche e biodinamiche.

Il sistema di progresso moderno indicato dai summit internazionali chiede sostenibilità ambientale con la produzione di energia dalle piante, per ridurre l’uso delle fonti fossili e diminuire le emissioni nocive per il clima. Vivremo lo stravolgimento dell’equilibrio agricolo, con la totale copertura di colture ibride e nella peggiore delle ipotesi da quelle transgeniche. La strategia delle multinazionali è un progetto da 30 milioni di dollari: una banca genetica dei semi, un bunker sotto il permafrost del Mare di Barents, dove si conservano 4,5 milioni di varietà di sementi: la “banca dell’Apocalisse” contro la perdita botanica del patrimonio genetico tradizionale delle sementi in caso di catastrofe mondiale.


La resistenza contadina però continua. Un esempio è a Latina con il Manifesto “Banca della Zappa”, ideato da Roberto Lessio, agricoltore biologico, giornalista e ambientalista. La lotta troverà un percorso unico con la “Carovana Internazionale di Solidarietà per i Semi”, a Firenze il 29 aprile prossimo, che rafforzerà l’intenzione di continuare la storia dei nostri nonni, proteggere i nostri figli, tutelare la biodiversità coltivata, continuare a scegliere da soli il nostro cibo.

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